Descrizione
Probabilmente come conseguenza della sua appartenenza ad una famiglia che esercitava tradizionalmente la funzione ufficiale di rappresentanza e di tutela dell’ordine costituito, Galgano fu cavaliere, mano armata del vescovo di Volterra, per la protezione delle terre e dei beni dl paese e del distretto di Chiusdino, fino a che la morte del padre non cambiò la sua vita; gli atti del processo di canonizzazione attribuiscono questa conversione anche a due forti esperienze spirituali: l’arcangelo Michele, apparso – in sogno o in visione – al giovane lo avrebbe convinto a lasciare la vita secolare e ad intraprendere quella religiosa.
Il palazzo, dopo la morte e la canonizzazione del santo, fu ancora abitato dalla madre di lui, dopo di che, forse dando seguito alla volontà testamentaria della donna, passò ai monaci cistercensi che si erano stabiliti a Montesiepi e da questi fu donato alla Confraternita di San Galgano.
La confraternita vi allestì due oratori, la Cappella di sotto, nella sala di ingresso di ingresso del palazzo, e la Cappella di sopra, in una delle sale superiori.
Sul portale di ingresso del palazzo, ornato di due mensole scolpite, si trova un calco del bassorilievo raffigurante ‘San Galgano condotto dall’Arcangelo Michele sul colle di Montesiepi. L’originale, di Giovanni di Agostino, eseguito intorno al 1330 (senz’altro prima del 1348, anno della morte del celebre scultore), è conservato nell’abitazione del parroco prevosto di Chiusdino.
All’interno della cappella di sotto , nell’angolo a destra, si può vedere il masso in cui, secondo la leggenda, sarebbero rimaste impresse le ginocchia del cavallo di San Galgano genuflesso all’apparire di San Michele Arcangelo; la pietra fu qui trasferita nel 1958 dalla sua originaria ubicazione, lungo la strada tra Chiusdino ed il castello di Luriano.